giovedì 26 novembre 2015

La rete TOSCA: coordinamento dei Centri Antiviolenza della Regione Toscana



PRESENTAZIONE TOSCA


CENTRI CHE FANNO PARTE DI TOSCA:



#25Novembre ieri e sempre!

‪#‎25Novembre2015‬ Ieri mattina presso la Sala della Resistenza di Palazzo Ducale  con i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori Pascoli e Toniolo di Massa, insieme per lavorare contro la violenza sulle donne! 

Ringraziamo l'associazione Scritture Femminili Memorie di donne, il Comune di Massa, le docenti coinvolte e soprattutto questi e queste ragazzi/e che hanno fatto dei lavori emozionanti e intensi.












Il percorso che è stato fatto in queste scuole durante tutto il mese di Novembre è stato breve, ma la soddisfazione più grande è stata quella di vedere come in così poco tempo questi/e giovani abbiano interiorizzato e capito l'importanza del tema trattato e che il 25 Novembre è certo una data simbolica, ma come sia necessario un lavoro quotidiano e costante.

In particolare sul lavoro quotidiano invitiamo a guardare questo bellissimo video realizzato dalla rete nazionale dei Centri Antiviolenza D.I.RE che ne è un'efficace sintesi:

Donne che aiutano le donne, lo spot nella giornata contro la violenza

Ogni anno 15mila donne vengono accolte nei 73 centri D.i.R.E (Donne in rete contro la violenza). Nello spot, lanciato in occasione del 25 novembre, giornata contro la violenza, la campagna per far sapere a chi è in difficoltà che una via d'uscita esiste.





martedì 24 novembre 2015

Presentazione VII Rapporto sulla violenza di genere 2015 della Regione Toscana

Oggi all'auditorium di Sant'Apollonia a Firenze è stato presentato il VII Rapporto sulla violenza di genere della Regione Toscana e TOSCA, il Coordinamento dei Centri Antiviolenza toscani di cui facciamo parte, era ben rappresentata da Anna Bainotti dell'Associazione Artemisia di Firenze:


Presentazione di Tosca 24 Novembre 2015
 Potete vedere la presentazione di TOSCA qui.


“Il rapporto sulla violenza di genere, giunto alla settima edizione, è uno strumento fondamentale, con la sua ricchezza di informazioni, per fare sempre più luce su un fenomeno assolutamente trasversale a ceto, cultura, classe di età delle donne, che altrimenti rischierebbe in buona parte di rimanere sotto traccia, e per agire sul fronte delle politiche di contrasto alla violenza di genere. Questo del resto è il compito attribuito all’Osservatorio Sociale Regionale dalla legge che nel 2007 lo ha istituito e dalle successive linee guida. Nella edizione di quest’anno viene poi approfondito un aspetto molto importante, cioè il tema delle vittime silenziose che assistono o subiscono la violenza domestica: i bambini”. Così l’assessore a diritto alla salute, sociale e sport Stefania Saccardi, commenta il settimo Rapporto presentato oggi nell’auditorium di Sant’Apollonia in concomitanza con la Giornata mondiale contro la violenza alle donne (che ricorre domani, 25 novembre). Per arrivare ad una descrizione e a una conoscenza del fenomeno sempre più dettagliate, il gruppo di lavoro dell’Osservatorio sociale sulla violenza di genere ha agito su più fronti e si è di volta in volta, di anno in anno, allargato a nuovi attori territoriali in un’ottica inclusiva e di coesione sociale: quella dei Centri antiviolenza, dei Consultori, delle Asl attraverso il Codice Rosa, dei Centri per uomini maltrattanti. “L’Osservatorio sta realizzando – aggiunge l’assessore al sociale – un complesso lavoro di monitoraggio e approfondimento, che cerca di coprire e completare l’orizzonte delle tematiche connesse alla violenza di genere, in linea con quanto sostenuto dalla Convenzione di Istanbul e ribadito nel Piano d’azione straordinario contro la violenza di genere. La messa in atto del Piano troverà una Regione pronta a rispondere alle sfide in esso contenute. Siamo convinti che sia importante studiare non solo i dati relativi alla dimensione del fenomeno, ma anche quelli inerenti alla risposta del sistema alla violenza sulle donne, intesa non come un problema di sicurezza, ma come evento che attiene ai modelli del rapporto tra i generi, tra le persone, che interessa strutturalmente i modelli sociali e culturali dei territori e che costa in termini di ben essere collettivo, sociale ed economico”.

 I dati dei Centri antiviolenza I dati delle 28 strutture, tra Centri antiviolenza e Centri/sportelli d’ascolto sulla violenza di genere, hanno confermato i risultati degli scorsi anni: seppur con alcune difficoltà legate alla chiusura di alcuni sportelli territoriali, i Centri si confermano punto di forza della rete contro la violenza accogliendo ogni anno oltre 2.500 nuove utenti (2.597 negli ultimi dodici mesi). Di qui l’importanza secondo l’assessore di mantenere attivi questi Centri, perché, come rilevato nelle diverse edizioni del Rapporto, rivolgersi ad un Centro antiviolenza facendo quei primi passi verso l’uscita dalla violenza, è una decisione su cui influiscono anche elementi di contesto, come la riconoscibilità dei Centri, la loro diffusione e relazione con il territorio. Dal 1° luglio 2009 al 30 giugno 2015 il numero totale di donne accolte è pari a 13.461. Donne di ogni classe di età, estrazione sociale e livello culturale (ci sono laureate e donne con al più la licenza media; casalinghe, operaie, impiegate o libere professioniste) per il 70% circa italiane, che si rivolgono ai Centri in cerca di informazioni e sostegno (ascolto, assistenza psicologica, consulenza legale, ma anche richiesta di protezione), per uscire soprattutto da situazioni di maltrattamento domestico. La violenza rilevata più frequentemente dai Centri è quella psicologica (81,8%), seguita da quella fisica (63,5%). Le donne straniere sono, in proporzione, più spesso oggetto di violenza fisica ed economica, mentre il mobbing e lo stalking sono diffuse soprattutto tra le italiane. E’ il partner (61%) il principale artefice della violenza, in modo particolare per le donne straniere (74,4%); solo nell’1,5% dei casi l’aggressore è uno sconosciuto. A tale proposito è da rilevare che la propensione alla denuncia (ha sporto denuncia poco più di una donna su quattro) è inversamente proporzionale alla “vicinanza” in termini di legame intimo-affettivo tra vittima e aggressore, variabile che condiziona l’atteggiamento delle donne ancor più della gravità fisica dell’atto.

 I dati di Consultori e Codici Rosa Le informazioni fornite dai Consultori e dai Codici Rosa differiscono per un aspetto non secondario: mentre i primi permettono di arrivare al livello di singola utente − nell’anno 2014 sono state 918 le donne seguite dai consultori per abuso e maltrattamento, di cui 121 ragazze con meno di 18 anni – l’attuale rilevazione regionale dei dati del Codice Rosa restituisce le informazioni solo per accesso. Manca quindi il dato relativo al numero di donne che si sono rivolte al servizio e restano aperti gli interrogativi sull’effettiva entità dell’utenza (quanti, ad esempio, tra i 2.257 accessi registrati dal 1° luglio 2014 al 30 giugno 2015 sono utenti uniche). Lavorare per poter arrivare al dato sulle singole utenti, individuando ad esempio le caratteristiche di quelle che hanno effettuato visite ripetute, potrebbe aiutare a capire ancora m eglio il funzionamento di un servizio così importante, che ha reso la Regione Toscana esempio e prototipo per i servizi sanitari degli altri territori. Va ricordato a tale proposito che l’esperienza toscana, a regime dal 2014 con l’estensione del progetto a tutte le Aziende Sanitarie e Ospedaliere della Regione, ha ispirato il progetto speciale nazionale Codice Rosa bianca, promosso dalla FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere), che vede come capofila la Toscana, attraverso l’Azienda USL di Grosseto. 

Femminicidio Il 2014 ha segnato purtroppo un calo d’attenzione, soprattutto da parte dei media, nei confronti dei “femminicidi”. E’ utile specificare che tale termine viene utilizzato nei casi in cui l’esito della violenza è la morte della donna, mentre per femminicidio si intende, più ampiamente, l’insieme di comportamenti violenti che portano alla morte della donna o tendono al suo annientamento fisico o psicologico. A una ridotta attenzione nei confronti di questo tema ha corrisposto un aumento delle donne uccise in Toscana nel 2014, arrivate a 12 (praticamente una al mese), dato in crescita rispetto al triennio precedente. Dal 2006 al 2014, in regione, il numero di vittime di femicidio è arrivato a 77, ovvero una ogni 46 giorni: in tutti i casi in cui l’autore è stato individuato viene evidenziata la natura “domestica&qu ot; di questi omicidi, avvenuti per mano di una persona che la donna conosceva: un partner, un ex, un pretendente respinto, un cliente, un figlio. 

Recupero uomini violenti Il Rapporto ha inoltre approfondito il lavoro svolto dai 4 centri che, in Toscana, si occupano di interventi di recupero degli uomini violenti, oltre a svolgere attività di sensibilizzazione rispetto al superamento degli stereotipi di genere. Nella nostra regione, nel 2014, sono stati 88 gli uomini che hanno intrapreso un percorso rivolto al cambiamento dei propri comportamenti violenti; nei primi sei mesi del 2015 tale numero è arrivato a 61, mostrando quindi una crescita di attenzione nei confronti di questi percorsi, cui gli uomini accedono in maniera volontaria o su spinta di altri soggetti, ad esempio la propria partner, lo psicologo, l’avvocato o uno degli attori della rete antiviolenza. Grazie al lavoro svolto dall’Osservatorio per questo Rapporto, in collaborazione con i 4 centri toscani che lavorano con gli uomini violenti, si è inoltre arrivati alla condivisione di una scheda unica di rilevazione, in grado di rilevare le informazioni sia per il primo accesso sia per la presa in carico. In questo modo, fin dal prossimo Rapporto verrà aggiunto un altro fondamentale tassello al sistema di raccolta dei dati sul fenomeno della violenza di genere in Toscana.

Violenza assistita Il tema della violenza assistita è stato affrontato per la prima volta in questo Rapporto. Si tratta di un tipo di violenza che passa attraverso l’esperienza diretta, indiretta, e/o percepita da parte del minore di atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative. Un ampio spazio è stato dedicato alla definizione del problema, all’individuazione di pratiche e modelli di intervento e allo studio dell’operato dell’unico Centro toscano – Artemisia – che ha al suo interno sia il settore donne sia il settore minori: una peculiarità importante per fornire supporto ai bambini vittime di un tipo di maltrattamento che per essere riconosciuto necessita della preliminare individuazione dell’esistenza della violenza domestica. Nel corso del 2014, il Centro ha seguito 111 nuovi casi riguardanti vittime di violenza assistita, cui si aggiungono 75 casi in carico dagli anni precedenti. I dati del Monitoraggio Interventi e servizi per minori e famiglie realizzato dal Centro regionale Infanzia e Adolescenza – Regione Toscana/Istituto degli Innocenti mostrano inoltre come, sempre nel corso nel 2014, tra i minori in carico ai servizi sociali toscani, 968 sono state vittime anche di violenza assistita.

Fonte: Regione Toscana
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#25Novembre con le ragazze ed i ragazzi delle scuole.

Nell'ambito dell'iniziativa "Amore, Instabilità, Violenza" dal 7 Novembre si è aperta la mostra fotografica "Una storia di donne" sul tema della violenza domestica.


In questi giorni abbiamo fatto incontri con le classi delle Scuole Superiori di Massa "Toniolo" e "Pascoli" e domani in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne la mostra chiuderà con una bella iniziativa che si terrà presso la Sala della Resistenza a Palazzo Ducale dalle 10 alle 12.
I protagonisti e le protagoniste saranno proprio i/le ragazzi/e delle scuole che porteranno i loro lavori frutto della riflessione sul tema della violenza di genere partendo dalle rappresentazioni fotografiche e dagli incontri a scuola che abbiamo fatto con loro.

Siete tutte e tutti invitati a questa preziosa iniziativa perchè il futuro è nelle mani di queste/i giovani!




giovedì 12 novembre 2015

Liberi di Leggere. Sabato 14 a Massa

Sabato 14 dalle ore 15.00 saremo tutte e tutti LIBERI DI LEGGERE!

“Siamo dei genitori, degli insegnanti e degli educatori che hanno partecipato venerdì scorso all’incontro promosso dal Comitato Difendiamo i nostri figli nella chiesa di San Pio X a Massa.
Desideriamo esprimere pubblicamente la nostra preoccupazione per quanto abbiamo visto e ascoltato. La relatrice, la dottoressa Paola Biondi, ha condannato il lavoro svolto nella scuola pubblica per decostruire gli stereotipi di genere, operazione che sarebbe finalizzata, secondo la dottoressa Biondi, all’“abbattimento del sistema binario Maschile/Femminile, Uomo/Donna, Marito/Moglie, Padre/Madre da cui la realtà umana è costituita in ragione della differenza sessuale”, come si leggeva in una slide. Secondo la dottoressa si vorrebbero manipolare le coscienze dei bambini per annullarne l’identità sessuale in vista di una fantomatica omosessualizzazione della società.
Ad esempio raccontare una storia in cui una nonna guida un trattore e un nonno prepara una torta creerebbe nei piccoli confusione sulla propria identità sessuale.
Il tutto senza fare riferimento ad alcuno studio scientifico degno di questo nome.
Per questo motivo, la dottoressa ha invitato esplicitamente le famiglie a togliere i bambini dalla scuola pubblica, qualora avessero il dubbio che venisse passato un messaggio di questo tipo.
Avendo letto il progetto al centro di tante polemiche e avendo seguito il lavoro svolto a scuola dai nostri figli e dalle nostre figlie, noi siamo stati invece molto soddisfatti nel constatare che si lavora per rimuovere gli stereotipi che hanno impedito per esempio il voto alle donne in Italia fino al 1946 e che ne hanno interdetto l’accesso alla magistratura fino al 1963. Sono anche gli stessi stereotipi, peraltro, che per molto tempo hanno privato i padri della gioia della cura quotidiana dei propri bambini, compito femminile per eccellenza.
Per quanto riguarda l’importanza di un intervento di questo tipo nella scuola, le rilevazioni internazionali degli apprendimenti individuano proprio nella permanenza degli stereotipi di genere la causa della disparità dei risultati nelle prove delle materie scientifiche a sfavore delle ragazze, che si percepiscono come “inadatte” alla matematica.
Riteniamo quindi indispensabile che le Istituzioni, a ogni livello, continuino nel loro preziosissimo lavoro nella direzione del superamento degli stereotipi di genere, nel rispetto della Costituzione e della normativa vigente che prescrivono la rimozione di ogni ostacolo di tipo materiale e culturale alla piena realizzazione di ogni individuo nella società, a prescindere dal genere di appartenenza. “

lunedì 2 novembre 2015

Amore, instabilità e Violenza-Novembre 2015




Il programma completo dei due convegni di studio che si terranno il 6 e 7 Novembre presso la sala della Resistenza a Palazzo Rosso, Massa.

Con questi due convegni si introdurrà la Mostra fotografica "Una storia di donne" sul tema della violenza domestica che si chiuderà il 25 Novembre "Giornata mondiale contro la violenza sulle donne", giorno in cui si terrà un evento basato sulle storie di violenza rappresentate dalle foto esposte con le ragazze ed i ragazzi di alcune delle Scuole Superiori della nostra provincia.